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Questa nota è un contributo personale intorno al tema della necessità di una nuova entità politica organizzata che si ispiri a valori e idealità del socialismo quale cultura e proposta di libertà, di emancipazione, di pace, di sviluppo e di progresso, di normalità nelle relazioni e nei ruoli di genere e senza discriminazioni, di visione e gestione laica della società, di eguaglianza nelle condizioni di partenza di tutti i cittadini, di giustizia sociale e giuridica, di diritto di rappresentanza democratica nelle istituzioni per tutti i cittadini, di lavoro, di tutela dell’ambiente terraqueo e di tutti gli altri principi della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani.
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L’identità dei sardi è vissuta da secoli con dignità, con compattezza etnica e valorizzazione delle tradizioni storiche sia pur in differenze urbane e territoriali. Più sono grandi le città e più sembra ridursi la riconoscibilità dell’identità locale. L’uso della lingua sarda meno diffusa, poco insegnata e utilizzata nei più popolati aggregati urbani rispetto ai piccoli comuni e paesi delle zone interne. Eppure la riproposizione annuale di riti e manifestazioni centenarie sono vissute con una profonda passione nelle grandi e medie città, sentite e vissute con una valenza anche attrattiva e turistica.
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Socialismo XXI° Secolo, promuove la costruzione del Tavolo di Concertazione per l’Unità del Socialismo in Toscana, con tutte le associazioni, gruppi progressisti e riformisti della sinistra, con movimenti civici che si ispirano al socialismo, dove affrontare i diversi problemi presenti sul territorio, quindi, avere una reale presenza e delle strutture capaci di sostenere la politica necessaria ai meriti e ai bisogni dei cittadini.
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Di fronte all’impennata dell’inflazione che sta sconvolgendo le economie europee, la soluzione prospettata dal senso comune può riassumersi nella seguente proposizione recentemente pubblicata:” Non c’è via di uscita, per frenare l’inflazione, non potendo aumentare il debito pubblico, occorre pagare un prezzo, occorre ridurre i consumi, soprattutto certi lussi che di questi tempi non possiamo più permetterci di avere”.
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L’affermazione riportata è di un deprimente buon senso che tuttavia rifugge dall’esaminare le cause e le colpe di chi questa inflazione ha generato. Cerchiamo di approfondire il fenomeno, ricerchiamo anzitutto le cause del fenomeno:
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