Un fondamentale riferimento storico. In quale senso?
di Giuseppe Onorati |
Sulle orme del politologo Francis Fukuyama, con la fine della Guerra Fredda, sancita dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989, il mondo ormai pareva lanciato verso la Fine della Storia; ad un mondo organizzato secondo un ordine ideologico dualistico e dialettico, fatto di contrapposizioni, si avvicendava una globalizzazione che, attraverso l’espansione planetaria del mercato, “era destinata” a garantire prosperità, pace e libertà.
Agli albori del Terzo Millennio, ad appena un decennio circa dalla sua profezia, paradossalmente Fukuyama è smentito proprio dalla storia. L’11 Settembre 2001 quattro aerei di linea dirottati, fungono da armi per colpire obiettivi simbolici della potenza statunitense. Due aerei si schiantano rispettivamente contro la Torre Nord e la Torre Sud del World Trade Center a New York, un altro si schianta contro un’ala del Pentagono a Washington ed un quarto, forse lanciato contro la Casa Bianca o il Campidoglio, probabilmente per l’intervento dell’equipaggio e dei passeggeri, si schianta al suolo nei pressi di Shanksville in Pennsylvania.
I risultati saranno il crollo delle due torri colpite a Manhattan, più un terzo edificio che sarebbe crollato per effetto delle macerie delle torri Nord e Sud, con più di seimila vittime complessivamente calcolate; la responsabilità viene subito attribuita alla rete terroristico-islamica di Al- Qa ‘ida che vede a capo lo sceicco Osama Bin Laden, di cui i dirottatori farebbero parte.
Soprattutto, l’evento 11 Settembre diviene il cardine per interpretare il nuovo corso della storia, a dispetto di Fukuyama, in quanto porta l’opinione pubblica statunitense ed occidentale a vedersi protagonista di una nuova era di scontro, quello di civiltà fra l’Occidente libero e l’Islam antimoderno e liberticida, avvalorando in ciò le velleità profetiche di un altro politologo americano: Samuel P. Huntigton. Partendo dall’11 Settembre iniziano e si legittimano le campagne militari in cui la potenza egemone e responsabile per la tutela in senso democratico e liberale nel mondo, gli U.S.A., alla testa dell’Occidente, intraprende azioni per stroncare le fonti di sviluppo e proliferazione del pericolo islamico-terroristico; da qui le varie campagne in Afghanistan, Iraq e più tardi in Siria.
Lo scorso 11 Settembre è stato il ventiquattresimo anniversario del disastro che attanagliò gli Stati Uniti d’America, un evento che a dispetto di quella che è la versione ufficiale fornita nel rapporto della Commissione d’inchiesta sull’11 Settembre, è tutt’altro che un discorso chiuso; lascia invece aperti molti interrogativi in quanto il responso dei lavori della Commissione d’inchiesta non soltanto in diversi punti non ha prove che sorreggano la versione ma, addirittura in altri presenta grosse contraddizioni e inconsistenze ai limiti dell’imbarazzante.
Un grosso lavoro di ricerca che ha messo in evidenza le criticità della versione ufficiale è stato svolto dal Movimento per la verità, che ha accumulato un enorme patrimonio di studi, informazioni ed articoli sulla base dei quali ha dimostrato punto per punto come la versione riportata dalla Commissione 11 Settembre non sia sostenibile.
Tutto il lavoro svolto dal Movimento è consultabile presso il sito web del Consensus Panel 9/11 (consensus911.org). In questa sede telematica possono trovarsi tutti i risultati relativi ai vari punti confutati della versione ufficiale, il metodo utilizzato e le varie fonti a cui si è attinto per costruire i punti di consenso fra gli esperti interpellati.
Più di venti esperti interpellati hanno espresso il consenso su ventotto punti nodali, tramite l’impiego del metodo Delphi, una metodologia usata frequentemente in medicina e nelle scienze applicate, per cercare una convergenza su punti argomentativi, ove non vi siano sufficienti informazioni e conoscenze acquisite ma tuttavia, tramite un meccanismo di sondaggio fra gruppi di esperti, sulla base delle informazioni disponibili e delle intuizioni di questi, si cerchi di costruire una terreno di consenso.
Dalla caduta delle Torri Nord e Sud del World Trade Center, che per la dinamica verificatasi non potrebbero esser crollate a causa dell’impatto degli aerei e relativi incendi ma, anche per come i detriti siano schizzati, lascia supporre l’uso di demolizione controllata con esplosivi, alla caduta dell’edificio 7 che per testimonianze e per la dinamica di caduta libera lascia supporre che sia stato demolito con esplosivo (del resto lo stesso National Institute of Science and Tecnology nel suo rapporto finale ha ammesso dopo delle resistenze che l’edificio 7 sia collassato a velocità di caduta libera per circa 30 m in circa 2,25 secondi). Dall’accertamento della presenza di materiale nano-termitico esplosivo nelle polveri del World Trade Center, alle prove d’insider trading avutesi in merito alle opzioni sui titoli delle compagnie aeree giorni prima dell’11 di Settembre; i comportamenti inspiegabili dei servizi segreti nel gestire la sicurezza del Presidente George W. Bush appena giunta la notizia dell’attacco alle Torri, più tutte le contraddizioni, spiegazioni inconsistenti ed implausibilità riguardanti l’intera catena di comando: dal Vice Presidente Dick Cheney al Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, fino a tutti gli alti ufficiali dell’esercito titolari di ruoli fondamentali in merito alla risposta ad un tale attacco. Dalle imbarazzanti due versioni che la Commissione ha dato per giustificare l’impossibilità di evitare lo schianto contro l’ala del Pentagono, all’inspiegabile quanto assurda concentrazione di esercitazioni difensive aeree (ammontanti a 12, con largo anticipo rispetto al solito, in quanto sempre svolte fra Ottobre e Novembre) svolte l’11 Settembre, che avrebbe tolto disponibilità di aerei – caccia, piloti, attenzione e tempo alla difesa dagli attacchi veri e creato confusione nell’identificare i veri pericoli da quelli simulati nelle esercitazioni. Da prove che farebbero ipotizzare all’abbattimento del volo United 93 schiantatosi a Shanksville in Pennsylvania e negato da esercito ed FBI, alla mancanza di prove da parte dell’FBI che colleghino la responsabilità di Osama Bin Laden agli attentati dell’11 Settembre. Dalla difficoltà di sostenere che i presunti dirottatori fossero devoti musulmani in merito a comportamenti non propri allineati ad una morigerata condotta di ferventi islamici (rilevati in diversi articoli e da diverse testimonianze), fino alla plausibile idea che l’egiziano Mohamed Atta, considerato il capo dei dirottatori, non fosse certamente un fanatico musulmano, bensì qualcuno incline ad una condotta lasciva e viziosa (sempre per prove accumulate) ; soprattutto poi, che abbia preso un’identità altrui, di una persona che a prova di testimonianze sarebbe stato uno studente di urbanistica in Germania, fervente credente e praticante musulmano, con spirito altruistico, impegnato socialmente e con una corporatura differente dal presunto capo dei dirottatori.
Tutte queste prove confutanti vari punti della versione ufficiale, fanno sì che l’11 Settembre sia un campo aperto d’indagine che cerca risposte e non soltanto negli Stati Uniti ci si è mossi in tal senso ma anche in altri Paesi è stata prodotta una importante quantità e qualità di lavori; in Italia sono da annoverare quelli del regista e documentarista Massimo Mazzucco e del giornalista Giulietto Chiesa.
Massimo Mazzucco ha realizzato tre documentari sull’11 Settembre: Inganno Globale nel 2006, Il Nuovo Secolo Americano nel 2007 e La Nuova Pearl Harbor nel 2013. Sono tre lavori fondamentali ed imprescindibili per chi voglia addentrarsi ed approfondire il discorso critico sull’11 Settembre. In questi tre lavori (tutto può facilmente trovarsi sul suo sito luogocomune.net) , Mazzucco per il rigore logico-analitico con cui imposta il discorso e la capillare ed enorme quantità d’informazioni che presenta, “prende per mano” lo spettatore, offrendogli la possibilità di costruirsi opinioni robuste e ben corroborate.
Massimo in Italia ma non soltanto, se si pensa criticamente all’11 Settembre il tuo nome ed il tuo lavoro costituiscono un riferimento imprescindibili. Cosa ti ha spinto ad interessarti all’evento?
Nel 2001 vivevo negli U.S.A. e quando appresi degli schianti e subito dopo arrivarono già le identificazioni dei colpevoli, con una convinzione ed una sicurezza non giustificabili per il troppo poco tempo che era trascorso, intuì che c’era qualcosa che non tornava. Poi pian piano riflettendo sulle varie notizie che arrivavano, come ad esempio le telefonate dei passeggeri sugli arei dirottati ed altre, mi convinsi che le cose non potessero stare in piedi così come enunciate da media ed istituzioni. Da lì poi è partita la ricerca e quindi più mi addentravo nella questione, più constatavo che la versione ufficialmente raccontata non fosse sostenibile.
Si può dire che tu sia stato un pioniere in Italia (ma non solamente) in merito ad un’analisi critica sull’11 Settembre?
Nel 2004 intorno all’interesse per gli eventi dell’11 Settembre è nato il sito Luogocomune, che poi ha affrontato ed affronta anche altri temi ed argomenti. In più, con la nascita di YouTube nel 2005 ho trovato uno spazio molto efficace per poter divulgare il mio lavoro.
I tuoi tre documentari sull’11 Settembre sono dei riferimenti solidi per chi voglia farsi un’opinione critica, in quanto affrontano l’argomento con un grande rigore analitico e rendono una grande quantità d’informazioni. Che differenza c’è fra i tre lavori?
Inganno globale è del 2006 e si focalizza sui fatti dell’11 Settembre, per permettere allo spettatore di capire i vari punti critici della versione ufficiale e quindi creargli una base conoscitiva su cui impostare un’opinione; Il Nuovo Secolo Americano del 2007, apre la visuale ai retroscena di stampo storico-politico ed economico; infine La Nuova Pearl Harbor del 2013 permette allo spettatore di conoscere in modo dettagliato tutti gli argomenti critici, ascoltare le risposte dei debunkers (i cosiddetti “smascheratori di bufale”) per ogni argomento e poi avere la dimostrazione che le risposte dei debunkers non reggono.
Hai toccato una questione importantissima, quella dei debunkers, in quanto il dibattito sulla insostenibilità della versione ufficiale si è innescato con loro invece che con le istituzioni, che di quella versione sono i depositari. E’ così?
Diciamo che fino al 2004-2005 c’era da smascherare soltanto le menzogne della versione ufficiale, mentre per quasi un decennio successivo si sono sovrapposte anche quelle dei debunkers atte a difendere le prime. Poi negli anni sono arrivate prove importanti che hanno scardinato la versione ufficiale, prima fra tutte quella del rapporto NIST, che ammettendo il collasso in caduta libera per un terzo circa dell’edificio 7 del World Trade Center, ha dimostrato che è stato fatto crollare in modo controllato, in quanto una tale accelerazione nel crollo un edificio può raggiungerla solo con l’impiego di esplosivo. Queste prove man mano hanno spento le voci dei debunkers e nel 2013 in sostanza il dibattito è finito, salvo negli ultimi anni verificarsi una reviviscenza timida dovuta a nuove generazioni di debunkers.
Affrontasti il debunker Paolo Attivissimo da Mentana a Matrix ma nonostante il grande successo di pubblico non si replicò, come mai?
Conobbi Enrico Mentana negli anni Ottanta al Festival del Cinema di Venezia. Lo contattai, guardò Inganno Globale, lo convinse e volle dedicargli una trasmissione nella quale dibattei con Attivissimo. La trasmissione andò benissimo, furono raggiunti quasi i sei milioni nell’ascolto. Mi cercò la redazione di Matrix nei mesi successivi per organizzare un’altra trasmissione ma poi dopo un po’ ce ne fu una in cui venne invitato soltanto Attivissimo che criticava il mio lavoro, senza contraddittorio e non ho più avuto modo d’interfacciarmi con Mentana.
Alla luce di quanto visto, si può ritornare al titolo e rispondere alla domanda ivi posta: l’11 Settembre in quale senso possa essere considerato un riferimento storico. La risposta è senza indugio che rappresenta una drammatica e sonora lezione di come sia necessario avere uno spirito critico ed un’attenzione alti, che non facciano mai accontentarsi di un’informazione sommaria e superficiale; lottando contro le asimmetrie informative e della conoscenza si conquista un po’ più di terreno verso una migliore democrazia.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.
