1° MAGGIO

di Luigi Ferro

Presidente Nazionale Socialismo XXI

Anche quest’anno il primo maggio non è ancora la festa del lavoro. Non lo è per le donne, per l’occupazione femminile. Un discrimine che divide in due l’Italia. Il Nord dal Sud. Mentre al Nord lavora il 67% delle donne e la media nazionale è del 56%, al Sud il dato crolla al 39%.
Una Italia spaccata in due. Una tendenza che coinvolge anche le donne con elevati titoli di studio.

Per invertire la rotta occorre riconoscere le competenze femminili e non relegare sovente le donne a ruoli marginali o di sola cura familiare.
E’ in primis un problema culturale. Poi ci sono carenze nei servizi pubblici per l’infanzia e per l’assistenza agli anziani che aggravano la situazione. Senza un welfare adeguato e senza asili nido diffusi, che alcuni nostri comuni vorrebbero privatizzare, si impedisce alle donne di realizzarsi sul piano personale e professionale.
Invertire la tendenza significa superamento delle criticità, difesa e potenziamento del welfare, affinchè il primo maggio sia la festa del lavoro anche per le donne.

Il primo maggio, infine, non è ancora la festa della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Rispetto al 2024 si registrano quest’anno più morti bianche sul lavoro. A riprova che l’inasprimento delle sanzioni e l’introduzione della patente a punti non hanno sortito effetti. In proporzione i morti sul lavoro aumentano più dell’occupazione dall’ inizio del 2025. Una strage senza fine e una indifferenza intollerabile verso il problema della sicurezza sul lavoro per un Paese civile.

Non bastano leggi e sanzioni evidentemente. Anche qui il problema in primis è culturale. Risparmiare in sicurezza sulla pelle dei lavoratori. Il profitto prima di tutto. Costringere i lavoratori, specie nelle aree depresse del Paese, ad accettare qualunque cosa pur di lavorare. Anche mettendo in pericolo consapevolmente la propria incolumità personale.

Occorrono più controlli, più senso di responsabilità. Non si può e non si deve morire di lavoro. Ci indigna tutto questo.
Solo con uno sforzo collettivo di tutti è possibile vincere questa sfida con un lavoro sinergico e coordinato delle parti in causa.
Le nuove tecnologie se applicate correttamente possono rendere il lavoro più sicuro e trasparente. Ma questo richiede ovviamente degli investimenti di fronte alla riottosità di molti imprenditori.
La strada da percorrere è ancora lunga. C’è molto ancora da fare, ma lo faremo perchè non possiamo accettare questa mattanza che colpisce in profondità la nostra coscienza di donne e di uomini.

In questo primo maggio vogliamo affermare il valore del lavoro, inteso sul piano etico e come strumento di coesione sociale e di promozione della dignita’ umana. Come strumento di sviluppo e di progresso. Come strumento di inclusione sociale.

In questo spirito e con questi propositi, Buona Festa del Lavoro a tutti.

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