di Giustino Languasco

Coordinatore Socialismo XXI Liguria |

Oggi mi sono dedicato, coi poveri mezzi di cui dispongo (davvero misera cosa rispetto all’impresa, a ricordare Craxi Benedetto, per tutti noto il nomignolo Bettino.
Ho vissuto tutta la parabola di Bettino, come attivo militante de la PSI, da quando lui era il giovane vice di Nenni, il capo della corrente “autonomista” del Psi. Cioè nessuno.

Era ridotto a contare poco, allora, nel Psi lo steso Nenni, un misero dieci per cento, scarso, del Psi che a sua volta prendeva, Segretario De Martino, uno scarso 10 per cento del voto politico.

Un Psi che era uscito logoratissimo dalle ultime fasi de centrosinistra, sotto le concordi bordate di PCI (socialisti ladri) era il loro (slogan abituale) e destra fascio democristiana, meno vistosa ma mirata gia’ allora a minare le riforme sociali del primo centrosinistra (statalizzazione energia; statuto dei lavoratori; servizio sanitario nazionale, pian regolatori urbanistici, case popolari ecc. ecc).

Segretario nazionale era il prof De Martino, eletto dai notabili del partito. Valido studioso del marxismo, ma una nullità politica. L’Avanti quotidiano nazionale del partito era in condizioni penose: quasi illeggibile dai tanti errori grammaticali e di sintassi presentava. Uno specchio fedele di come era ridotto il partito.

Il PCI aveva stravinto il braccio di ferro col Psi governativo e l’aveva ridotto al lumicino: la politica di compromesso storico, che voleva rendere irrilevante il Psi e sostituirlo al governo, covava e dopo poco si sarebbe manifestata appieno.

Militavo allora (e cosi sarà fino alla fine) con quel gruppo di scalmanati libertari dei giovani della corrente di Lombardi. Insieme ai discepoli del venerato maestro: Signorile, Demmichelis, Cicchitto, Ruffolo. Loro erano le prime linee, intorno a trentacinque anni, io dietro tra i più giovani, legatissimo a Ruffolo e ai milanesi.

Quel 40%, alleato agli autonomisti nenniani, e a un pezzetto di vecchi notabili, portò quella nullità di Craxi alla segreteria del partito, mandando in pensione De Martino.

Questo per dire che mai sono stato con Craxi come suo appassionato o meno discepolo. Ma suo alleato si, perché, non vedevo altro modo per ridare vita a un partito esausto, moribondo.

E non rinnego quella scelta che fece bene al Psi e all’Italia che aveva enorme bisogno di difendere e riprendere le riforme socialiste per il Wellfare del primo centrosinistra.

Craxi fu abile a svincolarsi prestissimo dal condizionamento politico stretto di Lombardi e dei suoi. Ma questa è altra storia che forse in giorno vi racconterò. Non oggi.

Oggi, che commemorò Craxi , pur non essendone discepolo o seguace, ma solo estimatore politico per il bene che ha fatto, vorrei farvi il semplice elenco dei traditori di Craxi. Ingrati e traditori.

Oggi molti loro lo piangono, ma sono coccodrilli ed è giusto che i giovani lo sappiano .

1) Berlinguer e i membri della direzione politica del PCI di allora (tranne 2): scelsero il complotto giudiziario.

2) I parlamentari PCI e DC: non si alzarono a dire “anche noi”

3) I membri del Psi passati in forza Italia di Berlusconi.

Nell’ordine, andrebbero nei ghiacci dei gironi piu’ bassi dell’ inferno dantesco. Traditori degli amici, molti di loro.

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