di Renato Costanzo Gatti – Socialismo XXI Lazio |

E’ la prima volta, a mia conoscenza, che un governo in carica denuncia platealmente delle truffe che hanno sconvolto il panorama economico italiano. Si tratta di truffe, stiamo parlando di Codice Penale, che hanno inciso in modo sostanziale sulla situazione economica del nostro paese danneggiando in primis i consumatori e alla fine, come al solito, sono ricadute a carico dei lavoratori.

Mi riferisco:

a) alla denuncia fatta dal ministro Cingolani per quel che riguarda il prezzo dei beni energetici che sono aumentati in maniera inusitata ancor prima dell’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina;

b) alla denuncia fatta dal ministro dell’economia in relazione al superbonus del 110%.

Il system marginal price

Nel primo caso ci troviamo di fronte ad un classico risultato delle aberrazioni risultanti dal cosiddetto libero mercato nel caso in cui esista un mercato monopolistico o oligopolistico. In pratica il prezzo dei materiali energetici seguendo la legge del System Marginal Price (SMP) è basato sulle contrattazioni sul mercato giornaliero indipendentemente dall’esistenza di mercati a lungo termine che sanciscono un prezzo fisso per un tempo contrattualmente determinato. Se cioè una quota residuale di transazioni avviene sul mercato spot, determinando un certo prezzo, le quotazioni avvengono su questa base, senza considerare che transazioni consolidate in contratti a lungo termine abbiano scontato prezzi di gran lunga inferiori. Se cioè sul mercato spot si determina un prezzo di 2,00 nulla importa che il grosso delle transazioni avvengano sulla base di contratti a lungo termine al prezzo concordato di 0,50. Anzi, succede che chi acquista a 0,50 rivenda sul mercato spot al prezzo di 2,00 guadagnando la differenza di 1,50. Ebbene in un mese le imprese che hanno acquistato a prezzi a lungo termine rivendendo sul mercato spot hanno guadagnato ben 40 miliardi di €.

Il governo è intervenuto tassando questi profitti, prima al 10 e successivamente al 25% anche se forze politiche (ad esempio Azione di Calenda) richiedessero una tassazione al 50%. Il punto, comunque, non è sul quanto tassare questi profitti speculativi, il punto è come combattere una regola di mercato, evidentemente errata, che permette di speculare questi guadagni. Se il governo è intervenuto ex-post introducendo una imposta, di cui è dubbia la legittimità essendo quei profitti già tassati dalla legislazione vigente, occorre chiedersi se invece di accettare il sistema e correggerlo con norme di dubbia legittimità non sia il caso di risalire a monte e correggere le norme “di mercato” che generano questi spropositi. Va pure ricordato che scommettitori di borsa, avendo erroneamente stimato un ribasso dei prezzi hanno venduto energia con consegna a termine, contando di acquistarla successivamente a prezzi ridotti. Non verificandosi il calo dei prezzi, sono obbligati a comperare ora, contribuendo al rialzo dei prezzi, per onorare la vendita a termine. In sintesi: o ha ragione il mercato ed allora è non dobbiamo stupirci del rincaro, o il mercato sbaglia ed allora bisogna rivedere il mito del mercato.

Cingolani ha definito il fenomeno come “una truffa”, non mi risulta che abbia fatto una denuncia alla procura della Repubblica, ma il tema, incombe sulle scelte politiche sul nostro sistema economico. Draghi ha portato a Bruxelles la sua proposta di “price cap” e la Commissione prenderà del tempo per studiare il modo migliore per attuare il tetto al prezzo del gas e dovrà anche valutare in tutta obiettività se questa cosa è fattibile e se non provoca danni peggiori del beneficio prodotto.

Fatto sta che la proposta di “price cap” tenta di arginare, ma non di sconfiggere, i meccanismi perversi del mercato in generale e dei futures in particolare; un mercato di scommettitori speculativi simbolo vivente della pericolosità del capitalismo finanziario.

Il superbonus del 110%

Il dilettantismo col quale il governo Conte ha portato avanti questo incentivo ha portato a quella che l’attuale ministro dell’economia ha definito come la più grande truffa della storia della Repubblica.

La mia domanda è: quanto gas in meno importeremo dopo che il piano sarà completato e avremo speso chissà quanti miliardi, e quanti lavoratori a tempo indeterminato (e con quale formazione) saranno assunti in più sempre a completamento del piano? Va notato che l’importo stanziato in bilancio di 38,0 miliardi per il biennio 2022-2023, a fine giugno 2022 è stato completamente impegnato per cui per l’anno e mezzo restante per arrivare a fine 2023, non ci sono fondi stanziati. Si aggiunga a ciò che banca Intesa a metà giugno ha accettato crediti di imposta per un importo che si avvicina al suo presumibile importo di imposte da pagare, per cui non può accettarne più perché eccederebbe quanto dovrebbe pagare, superando quindi l’importo compensabile.

Per far fronte ai disastri dichiarati, il governo ha mutato i meccanismi per la cessione del credito d’imposta maturato, creando scompiglio tra i tanti candidati al superbonus, ma, in sostanza, lo ha riconfermato estendendo i termini per l’esecuzione dei lavori. Trattandosi della truffa più grossa della storia della Repubblica mi pare che la reazione non sia particolarmente esemplare.

Che poi a godere dei benefici siano state nella maggioranza le villette unifamiliari di proprietari facoltosi rispetto ai lavori probabilmente più efficaci se fatti dai condomini; che i prezzi siano volati alle stelle “tanto paga lo Stato”; che siano nate innumerevoli imprese (sic) edili senza professionalità ed esperienza per fatturare lavori tante volte neppur effettuati; che si siano assunti lavoratori a tempo determinato senza alcuna professionalità; che il settore edile non incrementerà di certo la sua produttività grazie a questa legge, sono tutti dettagli di un dilettantismo politico che neppure il cosiddetto governo dei migliori corregge più di tanto.