MATTEOTTI SENZA CASA

di Marco Destro – Vice Presidente di Socialismo XXI |

In occasione della ricorrenza del martirio di Giacomo Matteotti, avvenuto a Roma per mano fascista il 10 giugno 1924, torna d’attualità la riflessione sulla sua eredità politica.

Matteotti, infatti, non fu un martire solamente per il suo vile assassinio, ma, già in vita, ebbe a soffrire l’irrequietezza e l’inimicizia del suo stesso partito, tanto che nell’ottobre del 1922 venne espulso dal Partito Socialista Italiano assieme alla corrente riformista vicina a Turati, Treves e Modigliani, coi quali fondò il Partito Socialista Unitario di cui divenne il Segretario nazionale.

I massimalisti, in maggioranza nel PSI di allora intendevano praticare la via rivoluzionaria per agguantare il potere, all’insegna del “fare come in Russia”. I riformisti erano, invece, per la via parlamentare e per una trasformazione gradualista della società attraverso la democrazia e la libertà.

Matteotti, subito dopo il suo omicidio, fu appellato da Gramsci con l’epiteto dispregiativo di “pellegrino del nulla”. Anche Togliatti, che era stato tra i fondatori del PCd’I, nel commentare la tragica uccisione usò nei confronti di Giacomo Matteotti termini ingiustificatamente offensivi e intollerabili.

Pure nel dopoguerra i suoi naturali eredi del Partito Socialdemocratico Italiano vennero soprannominati con disprezzo “socialfascisti” e “pisellini” (nell’antecedente PSLI).

I discendenti di questi “politici” meschini (si direbbe “leoni da testiera”) si ritrovano oggi dispersi in microformazioni politiche che si rifanno alla tradizione comunista e nel Partito Democratico, il quale si definisce impropriamente di centrosinistra, ancorché abbia effettuato una mutazione genetica arrivando a sostenere svolte liberiste.

La verità è che il comunismo non è mai stato interessato all’unità della sinistra e, pur di non ammetterlo, ha compiuto le più azzardate contorsioni morali in funzione antisocialista, negando l’attualità del socialismo democratico, da anni al governo nelle avanzate democrazie nordeuropee, così come in Germania, in Spagna e in Portogallo.

Giacomo Matteotti rimane senza casa, ma le sue idee e i suoi valori sono presenti nel cuore di molti che continuano a farli camminare.