di Luigi Ferro – Socialismo XXI Campania |
Un paese democratico è tale quando consente ad ogni singolo cittadino di esprimere liberamente le proprie opinioni. L’art. 21 della Costituzione tutela il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, e ogni altro mezzo di diffusione. Questo per dire che le critiche sono sempre ammesse, nelle dovute forme ovviamente, ma ognuno deve potersi esprimere liberamente.
La settimana scorsa ho letto un saggio dal titolo “L’ABC della democrazia” di Guido Calogero, oggi scomparso. Antifascista, partigiano, professore e soprattutto SOCIALISTA, ha dedicato tutta la sua vita per difendere i diritti e la democrazia in questo Paese. Nel libro l’autore indicava le regole fondamentali per una “democrazia perfetta” fondata sul dialogo e sul confronto, e sul rispetto reciproco. E’ una lettura che consiglio di fare perché c’è sempre da imparare nella vita e, soprattutto, per non dimenticare quei valori irrinunciabili di libertà da difendere sempre e ad ogni costo.
Mi spiace che l’articolo dal titolo :”COVID19? NO, SAN “CORONAVIRUS”. E CONTE SORRIDE” abbia suscitato in qualcuno del risentimento tanto da lasciarsi andare ad espressioni poco gradevoli. L’articolo, o il suo impianto, può anche non essere condivisibile, così come il suo autore, ma altra cosa è pronunciarsi con parole vuote perché prive di un’opinione, di una alternativa, di concetti.
Aristotele ricordava come per esprimere il suo pensiero all’ennesima potenza l’uomo dovesse partire da premesse vere. E’ indubbio, senza peccare di presunzione, che l’articolo citato partisse da premesse vere.
La critica circa l’operato del Governo nella gestione dell’emergenza “Coronavirus” è sacrosanta, come è sacrosanto sostenere il contrario.Fa parte del vivere in un Paese democratico, civile.
A prescindere dal sarcasmo che ha connotato l’articolo, spirito ben compreso dai più, circa l’operato del Governo nell’affrontare l’emergenza Coronavirus ritengo che le misure adottate di recente dall’esecutivo siano giuste, ma andavano prese molto prima. In Cina dopo i primi venti decessi, le autorità misero da subito in quarantena una intera provincia, circa 60 milioni di cittadini. Chiusi cinema, locali, ristoranti, negozi, scuole, strade.
In Italia il Governo aveva sottovalutato fin dall’inizio la diffusione epidemica in alcune aree del Nord Italia, oggi purtroppo dei lazzaretti. Orbene, l’intervento dello Stato, memori dell’esperienza cinese, doveva essere tempestivo per evitare la diffusione del virus. Invece, vi è stata una sottovalutazione del problema e i ritardi del Governo hanno determinato una notevole diffusione del virus tanto che oggi possiamo affermare liberamente che siamo di fronte ad una pandemia.
Le misure adottate di recente dal Governo, ripeto giuste, potevano essere applicate prima di arrivare all’attuale situazione. E gli stessi errori del governo italiano, sono stati commessi dai partners europei, i quali solo ora forse hanno ben compreso la reale portata del fenomeno pandemico, non un problema solo italiano evidentemente. Ma i ritardi ci sono stati, ritengo, ed è giusto palesarli.
Ma vi è di più.
Gli errori di comunicazione commessi dal Governo ( dal Conte ter alla chiusura delle scuole fino al decreto dell’8-3-11) hanno gettato il Paese nel panico e a livello mondiale hanno creato nell’opinione pubblica internazionale la convinzione che l’Italia fosse un Paese di untori. Le cose che ho denunciato con sarcasmo purtroppo rappresentano l’amara realtà con la quale oggi ci dobbiamo confrontare. L’articolo in questione ha rappresentato tutto questo perché poi a pagare saremo noi cittadini.
Non solo.
Prima dell’arrivo del coronavirus, il Governo Conte era in palese difficoltà, aveva i minuti contati.Ciò era evidente ai più. Si può dire che il Covid-19 ha salvato questa maggioranza di Governo? Io ritengo di poterlo fare e di non sbagliare. Oramai tutti si attendevano la crisi politica del Governo Conte poi rientrata per le note vicende.
Si può dire che la nomina del “commissiario delegato” fatta dal governo di recente , tardiva peraltro, ha il sapore di un piccolo commissariamento sugli aspetti operativi e logistici dell’emergenza sanitaria? Ritengo sempre di si!
Si può affermare che un ospedale del sud il Cotugno di Napoli, grazie anche al supporto di medici cinesi, è riuscito ad elaborare un farmaco che eviterebbe la polmonite interstiziale causa dei decessi da coronavirus, mentre non sentiamo nulla o quasi dal comitato scientifico, eccezion fatta per il rispetto delle raccomandazioni sanitarie come lavarsi spesso le mani’? La gente si aspetta molto di più. Vuole sapere quando si uscirà da questa emergenza. Vuole, pretende , parole chiare.Vuole tornare a vivere.
Si può affermare che sono le regioni a dettare i decreti al Governo?
Si può sempre affermare che l’emergenza da coronavirus non può essere impiegato come alibi per nascondere le pregresse difficoltà dell’ecomonia italiana?
E a proposito di economia, facciamo due conti. Oggi si parla di flessibilità, di sforamento del deficit, di investire circa 25 miliardi di euro per la Sanità, le famiglie e le imprese. Tutto giusto e necessario, si badi, ma superata l’emergenza, chi pagherà il conto? Semplicemente, noi cittadini.
I nostri Governanti non hanno ben compreso che sarebbe il caso di lasciare a casa i proclami e di elaborare una strategia economica di lungo respiro per il “dopo emergenza”. Bisognerà ricostruire il Paese e anche l’Europa una volta sconfitto il virus. La società nella quale viviamo non sarà più quella di prima. Il virus ha spazzato via le nostre certezze. Non abbiamo denunciato i guasti del neoliberismo? La sanità italiana , specie al Sud, è quella che ha pagato il prezzo più alto per logiche economiche e di mercato che hanno cancellato l’individuo e i suoi reali bisogni. Occorre tutti insieme concorrere per la creazione di un modello di società basato sulla libertà e sulla giustizia sociale. Mi aspetto questo dal Governo italiano e anche dall’Europa.
L’Europa non può essere unita solo sulle questioni economiche e di bilancio, sull’euro, e se ne infischia del resto. Non vogliamo un’Europa senza cooperazione e solidarietà tra gli stati membri, fatta solo di contabili. Dietro i numeri, ci dimentichiamo molto spesso, che ci sono le persone , gli individui. E’ questa l’Italia o l’Europa o il Mondo che vogliamo? Credo di no. Sono molto preoccupato per questo ovvero per l’assenza di una visione di mondo e/o di società che vogliamo costruire per noi e per le future generazioni.
Allora per passare in concreto a qualche proposta per superare l’emergenza economica da coronavirus, il Governo deve concedere ai lavoratori la cassa integrazione in deroga fino al pieno riassorbimento della forza lavoro negli impianti produttivi; deve aiutare le banche a garantire la liquidità alle piccole e medie imprese che rappresentanto il principale tessuto economico del Paese; abrogare dalla Carta Costituzionale il pareggio di bilancio introdotto in maniera scellerata dal Governo Berlusconi; di concerto con i partners europei, riscrivere alcune regole del trattato di Maastricht agevolando la cooperazione tra i popoli su tutti i versanti da quella sanitario fino al tema della politica estera e militare; concordare un piano di rientro del debito a condizioni migliori che consentano al nostro Paese di investire nel rilancio dell’economia ed evitare le solite ricadute sui cittadini; sbloccare la realizzazione delle grandi opere pubbliche di cui il nostro Paese ha bisogno; avviare un processo serio di modernizzazione delle infrastrutture e degli uffici pubblici.
Si tratta di proposte politiche, non di parole vuote o “al vento”, sulle quali vi deve essere un confronto civile e democratico. Noi socialisti in questa fase dobbiamo dare il nostro contributo e dobbiamo farlo per una società e per un mondo migliore. Ed è su delle proposte che si misurano gli uomini e i partiti, non sulla critica non costruttiva. E’ l’ABC della democrazia.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.