ORIDINARIA STORIA DI “AIUTO” AI GIOVANI IN ITALIA

Scrivo queste righe che parla di una mia questione personale, lavorativa, di quelle che danno fastidio alla sinistra al caviale ma che parla anche del trattamento che si riserva ai giovani in questo paese. Ho deciso, assieme ad altri due ragazzi che come me sono in condizione di doversi inventare un lavoro, di mettere insieme le nostre competenze (formazione, organizzazione di eventi, social managment e consulenza per imprese) per formare una cooperativa di tipo C, di quelle tanto reclamizzate dal governo come accessibili ai giovani per creare lavoro buono.

Ci rivolgiamo dunque a Leegacoop, la quale ci informa che servono tre soci e questo lo sapevamo, che servono almeno 25 Euro a socio, e questi per fortuna li abbiamo, ma dettaglio, piccolo dettaglio… servono duemila, ripeto Duemila Euro per il notaio. In questi Duemila Euro, da notare, non è inclusa la parcella che è a carico di Legacoop ma solo le tasse, i cosiddetti “bolli“.

Ma che paese è quel paese che chiede Duemila Euro a giovani che vogliono crearsi e creare lavoro? Questo è il paese dei figli di, oppure dei giovani che se ne devono andare. Occupatevi di questo politici della “sinistra”, non solo di come spartirvi i seggi.

Noi, nella vita reale, abbiamo a che fare con queste cose, magari se vi resta tempo, tra una spartizione e l’altra, fatevi un bagno nel mondo reale.

Antonino Martino