Pietro Nenni nasce a Faenza il 9 febbraio 1891 da Giuseppe e Angela Castellani. I genitori sono al servizio dei conti Ginnasi.
Nel 1896 muore il padre.
Nel 1898 a Faenza Nenni assiste ad una carica della cavalleria contro lavoratori e soprattutto donne che hanno assaltato i forn i. Sono i giorni dei moti della fame.
Nel 1900, per interessamento della contessa Ginnasi, che vorrebbe farlo diventare prete, è accolto nell’orfanotrofio laico “Maschi Opera Pia Cattani”. E’ uno scolaro ribelle dopo il regicidio scrive nei corridoi della scuola “Viva Bresci”, inneggiando all’uccisione di Umberto I.
Nel 1908 è assunto come scrivano in una fabbrica faentina di ceramiche, ma viene subito licenziato per aver preso parte ad uno sciopero. Contemporaneamente è espulso dall’orfanotrofio.
Il 5 aprile sul “Popolo di Faenza” appare il suo primo articolo. Altri ne appaiono sul settimanale repubblicano “Il Lamone”. Si iscrive al Partito Repubblicano, partecipa a numerose manifestazioni e conosce i primi giorni di prigione.
Nel 1909 promuove scioperi politici in Lunigiana fra i cavatori di marmo.
E’ fra i promotori dello sciopero generale di protesta per la fucilazione in Spagna del rivoluzionario Francisco Ferrer Guandia.
Dirige il settimanale “Il pensiero romagnolo” e collabora a “La lotta di classe”, diretto dal socialista Benito Mussolini.

Nel 1911, sposa Carmen Emiliani. Giolitti annuncia la decisione di occupare la Libia e come conseguenza viene proclamato lo sciopero generale. Nenni, che durante le manifestazioni a Forlì è stato ferito da tre sciabolate, è arrestato e condannato a un anno e quindici giorni. In carcere ha come compagno Mussolini, anch’egli condannato per i moti contro la guerra in Libia.
Il 26 dicembre nasce la prima figlia Giuliana.
Il 9 aprile del 1913 a Jesi nasce la seconda figlia Eva, chiamata Vany.
Nenni tra il 1912-13 si trova nelle Marche tra Jesi, Ancona e Pesaro e svolge una intensa attività di giornalista, nel dicembre del ’13 è nominato direttore del “Lucifero”. Diventa segretario della Federazione giovanile repubblicana.
Nel 1914 Nenni, con l’anarchico Malatesta, è uno dei promotori delle manifestazioni a carattere insurrezionale che riguardano la Romagna e le Marche e note come la “Settimana Rossa”. Arrestato e condannato sarà liberato alla fine dell’anno per l’amnistia concessa per la nascita di Maria di Savoia.
Nel marzo del 1915 l’Italia entra in guerra. Nenni è per l’intervento e parte volontario. La sua decisione matura in carcere ed è espressa nell’articolo del 6 settembre 1914 dal titolo “Vogliamo la guerra perchè odiamo la guerra” apparso sul Lucifero grazie alla complicità di un secondino. Per il rifiuto di prestare giuramento al Re, viene spedito in carcere, richiede l’intervento del ministro repubblicano Barzilai per essere inviato al fronte. Viene ammesso al corso ufficiali e supera l’esame finale con una ottima votazione, ma “le informazioni sfavorevolissime intorno ai prcedenti politici del sergente Pietro Nenni hanno vietato al Ministero di far luogo alla nomina ad Ufficiale”.

Il 31 ottobre del 1915, ad Ancona, nel corso dell’offensiva delle truppe italiane per conquistare Gorizia, nasce la terzogenita alla quale Nenni darà il nome augurale di Vittoria.
Nell’autunno del 1916 un barile di polvere da sparo esplode vicino all’osservatorio di Nenni. All’ospedale di Udine è curato per un forte trauma e poi inviato a casa in convalescenza.
Nel 1917, durante la convalescenza, assume la direzione del “Giornale del Mattino” di Bologna, che riprenderà dopo la guerra, fina al giugno 1919.
Dopo la rotta di Caporetto chiede di tornare in prima linea.
Il 1919 è un anno di crisi ideale e politica nel corso della quale matura la sua adesione al movimento socialista.
Nel 1920 Nenni inizia per “Il Secolo”, l’attività di inviato speciale all’estero. Molto importante è il viaggio a seguito della missione in Caucasia guidata dal Senatore Ettore Conti, con finalità commerciali e politiche, che permette a Nenni di entrare in contatto con il mondo sovietico. In questo anno lascerà definitivamente il partito repubblicano.

Il 23 marzo del 1921, una squadra fascista devasta la sede dell’Avanti!, Nenni accorre alla sede del giornale per dare manforte alla sua difesa. Conosce Serrati che dopo pochi giorni gli chiede di andare a Parigi come corrispondente dell’Avanti in prova per sei mesi a 1800 franchi mensili “comprese per ora le piccole spese di tram, posta, ecc.”.
Il 19 aprile appare per la prima volta la sua firma sul quotidiano socialista sotto l’articolo “La bancarotta dell’interventismo di sinistra”. A Parigi si iscrive al PSI. Il 1 dicembre del 1921 nasce la quarta figlia Luciana.

Nel 1922 incontra a Cannes Mussolini e avverrà l’ultimo colloquio tra i due amici ormai su posizioni opposte.
A maggio è nominato redattore capo dell’ Avanti! che difende ai primi d’agosto da una nuova aggressione fascista.
Nell’ottobre, mentre Mussolini si prepara alla marcia su Roma, i socialisti si dividono: i riformisti di Turati, Treves e Matteotti escono dal PSI e danno vita al PSU.
Il 26 ottobre una delegazione socialista composta da Serrati, direttore dell’Avanti!, Maffi, Romita e Garuccio, si reca a Mosca dove concorda un progetto di fusione tra il PSI e il Pcd’I.
Il nuovo partito dovrebbe chiamarsi Partito comunista unificato d’Italia.
Negli organi dirigenti la maggioranza sarebbe comunista e l’Avanti! diretto da Gramsci.
Per Nenni questa è la liquidazione del partito. Costituisce con Arturo Vella un Comitato di difesa socialista per “l’autonomia socialista”. Nasce da ciò un violento contrasto con Serrati che da Mosca ordina di sbarazzarsi di Nenni. Ma nè la Direzione, nè l’Avanti! obbediscono: in realtà il partito è contro la fusione.

Nel 1923 al rientro da Mosca Serrati, che viene arrestato destituisce Nenni che il 2 marzo viene convocato dal Questore di Milano, che a nome di Mussolini, gli intima di cessare la campagna denigratoria contro il Prefetto di Milano, Lusignoli; Nenni rifiuta e viene arrestato.
In aprile si tiene il congresso del PSI a Milano e le tesi autonomistiche di Nenni prevalgono su quelle fusioniste di Serrati.
Nenni assume la direzione dell’Avanti!.
Il 6 aprile del 1924 in un clima di violenza e illegalità si tengono le elezioni con la nuova legge maggioritaria, la “legge Acerbo”, che decretano il trionfo del “listone di destra”.
Il 30 maggio, nel corso di una tumultuosa seduta, Giacomo Matteotti denuncia l’illegalità, i soprusi e i brogli e chiede l’invalidazione delle elezioni.
Il 10 giugno rapito da una banda di sicari fascisti mentre si reca alla Camera dei Deputati, viene barbaramente ucciso.
Nenni, l’anno dopo, è condannato a sei mesi di prigione per l’opuscolo sull’assassinio del deputato riformista: “L’assassinio di Matteotti e il processo al regime”.

Il 1926 è l’anno dell’incontro con un giovane intellettuale socialista, Carlo Rosselli : insieme pubblicano la rivista “Quarto Stato”.
Pubblica il volume “Storia di quattro anni”.
Nel novembre del 1926 si sarebbe dovuto tenere il congresso del PSI, che non si svolge perchè il fascismo ha emanato leggi speciali per lo scioglimento dei partiti e la soppressione di tutte le libertà.
Il 13 novembre Nenni e Mario Bergamo, con l’aiuto di Parri e Rosselli, raggiungono il territorio svizzero ed il 21 novembre arrivano a Parigi.
Nel dicembre del 1926 si trasferisce a Parigi la direzione del PSI.

Negli anni tra il 1927-1929, in Francia Nenni promuove la costituzione della Concentrazione di azione antifascista, della quale diviene il segretario generale.
Nenni inizia a collaborare a molti giornali francesi.
Dal 1928 avvia il processo di unificazione dei due rami del socialismo italiano.
Il 16-17 marzo del 1930 al congresso di Grenoble avviene la scissione tra l’ala massimalista guidata da Angelica Balabanoff e la maggioranza del PSI guidata da Nenni.
Il 19-20 luglio, il congresso dell’unita socialista che si tiene a Parigi, sancisce l’unione del PSI e del PSULI. Filippo Turati, Claudio Treves, Franco Clerici sono delegati a rappresentare il partito presso la Concentrazione; Modigliani, Nenni e Treves presso l’esecutivo dell’Internazionale operaia socialista.
Tra il 1930-1933, Nenni intensifica la sua attività giornalistica su importanti testate francesi e pubblica “Six ans de guerre civile”, “La lutte de classe en Italie”, “Le conquerant en chemise rouge”, “Marx e il marxismo”. Il Comintern ha lanciato a partire dal 1929, la campagna diretta a distruggere i partiti socialdemicratici definiti socialfascisti.

Nenni che al XXII congresso del PSI, nell’aprile del 1933, è eletto segretario e direttore dell’Avanti!, viene preso particolarmente di mira dai comunisti francesi e italiani. Nenni viaggia moltissimo in Europa partecipando a manifestazioni e congressi. Nei comizi e nelle conferenze il tema dominante è la lotta al fascismo. E appurato che il fascismo assume dimensioni europee, Nenni apre il discorso sull’ “unità proletaria che è lo strumento per combattere la reazione”
Nel mese di maggio del 1934, si scioglie la Concentrazione antifascista, vengono avviati contatti fra il PSI e il PC d’I, i quali il 17 agosto firmano il primo patto di unità d’azione in diesa delle libertà democratiche.
Nenni è convinto che la scissione del 21 sia stata un “fatale errore”.
Tra il 1936 e il 1939 a Mosca si svolgono i processi con i quali Stalin distrugge moralmente e fisicamente i suoi oppositori di sinistra e di destra. A tali processi Nenni dedica alcuni articoli nei quali la lucida critica non fa venir meno la consapevolezza che i processi non debbono incrinare l’unità tra i due partiti nella lotta antifascista. Il titolo di uno dei primi articoli è significativo: “Viva l’Unità d’azione. I processi dividono, la lotta antifascista ci unisce”.
Il riavvicinamento e l’alleanza elettorale tra socialisti e comunisti favoriscono le vittorie della sinistra in Spagna (16 febbraio 1936) e in Francia (3 maggio 1936).

Cinque mesi dopo la vittoria del fronte popolare in Spagna, vi è il pronunciamento militare del generale Franco. Comincia la guerra civile. Nella guerra civile spagnola vi erano tutti gli ingredienti per esaltare Nenni: la battaglia per la repubblica, la democrazia e il socialismo.
Il 4 agosto Nenni si reca in Spagna per un viaggio di informazione con Louis de Brouchère, presidente dell’IOS, effettua ricognizioni nella zona del fronte e incontra Alvarez del Vayo, Francisco Largo Caballero e Fernando De Rosa.
Il 16 settembre muore in combattimento Fernando De Rosa capo, come dirà Nenni, “più che amato, idolatrato dai soldati”. Nenni è ferito in un incidente aereo. In ottobre progetta la formazione di una colonna di volontari che raccoglie tutte le forze di ispirazione socialista, progetto che sottopone al segretario dell’IOS Adler.
Il 27 ottobre a Parigi repubblicani, socialisti e comunisti firmano l’atto costitutivo della “Legione italiana”, della quale viene designato a comandante Randolfo Pacciardi. La formazione assume poi il nome di Battaglione Garibaldi e viene inquadrata nelle Brigate Internazionali.
Il 14 novembre Nenni è riconfermato quale fiduciario IOS in Spagna.
Alla fine di novembre è nominato Commissario politico delle Brigate Internazionali. Svolge instancabile opera di organizzazione politica e propagandistica insieme ad una intensa attività giornalistica. In incontri internazionali espone la sua intenzione di fare della guerra spagnola il simbolo della lotta contro il fascismo e delinea la sua idea della necessità dell’unità d’azione antifascista.

Il 9 giugno del 1937 Nello e Carlo Rosselli sono assassinati dai fascisti francesi.
A luglio Nenni è tra i firmatari del secondo e più ampio patto d’unità d’azione tra socialisti e comunisti.
Alla fine di gennaio del 1939, dopo la caduta di Barcellona, Nenni incontra per l’ultima volta i compagni della Brigata Garibaldi e a marzo le truppe franchiste entrano a Madrid.
A seguito del patto di non aggressione del 22 agosto del 39 tra Stalin e Hitler, Nenni scrive un articolo il 31 agosto, dal titolo “Il voltafaccia della politica sovietica”, pur restando fermo il patto d’unità d’azione con i comunisti. La direzione del PSI è di tutt’altra opinione e Nenni rischia addirittura l’espulsione dal partito. Dopo la firma del patto viene completamente isolato e costretto a lasciare la segreteria del partito , la direzione del giornale e la rappresentanza dell’Internazionale. Collabora con i giornali della Svizzera italiana e francese, e per l’interessamento di Luigi Antonini, col “New York Post”.

Il 10 giugno del 1940 l’Italia entra in guerra, il 12 giugno Nenni lascia Parigi e, dopo un viaggio tra molte difficoltà, si stabilisce con la famiglia nei Pirenei orientali, a Palalda.
Il 17 giugno il maresciallo Petain annuncia la resa della Francia, ma Nenni continua la sua battaglia “per cercare di riallacciare le fila della resistenza fra italiani, spagnoli e francesi”.
Nel giugno del ’41 la Germania invade il territorio russo, a ottobre viene firmato a Tolosa un nuovo patto d’azione di unità tra socialisti giellisti e comunisti.
Nel ’42 scrive e stampa con l’ausilio della figlia Giuliana e della moglie il “Nuovo Avanti!”. La figlia Vittoria arrestata per propaganda antinazista verrà deportata ad Auschwitz dove morirà.
L’8 febbraio del 1943 viene arrestato dalla Gestapo a Saint-Flour. Rinchiuso nel carcere parigino di Fresnes, vi rimane circa un mese e il 5 aprile viene consegnato alla polizia fascista al Brennero.

Trasferito a Regina Coeli, viene successivamente confinato a Ponza dove rimane fin dopo il 25 luglio.
Il 22 agosto alla riunione di ricostituzione del Partito Socialista PSIUP, è eletto segretario e nominato direttore dell’Avanti! e rappresentante del partito nel Comitato di Liberazione Nazionale.
L’8 settembre, Roma è occupata dai tedeschi e Nenni è costretto a rifugiarsi in Laterano.
Il 28 febbraio 1944, si riunisce a Bari il primo congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale.
Oreste Lizzadri, a nome dei socialisti, comunisti e azionisti, presenta un ordine del giorno in cui si chiede di mettere in stato di accusa il re e si invita il congresso ad autoproclamarsi assemblea rappresentativa dell’Italia liberata.
Questo ordine del giorno è superato da uno successivo, votato da tutti i partiti presenti nel CLN, in cui si chiede l’abdicazione immediata del re e la formazione di un governo del CLN con i pieni poteri.
In questo clima scoppia la “bomba Ercoli”: al ritorno dalla Russia, Togliatti sostiene la necessità di anteporre a tutto la lotta antifascista, collaborando con il Re e rinviando la questione istituzionale alla fine delle ostilità: è la cosiddetta “svolta di Salerno”.
Il 4 giugno Roma è liberata dalle truppe alleate. Il 12 giugno nasce il primo governo Bonomi, Nenni rifiuta di entrarvi. Bonomi nel novembre si dimette.

Il 25 aprile 1945 l’Italia è libera. Alla fine del mese di maggio Nenni ha la conferma della morte della figlia Vittoria ad Auschwitz.
Il 13 giugno Bonomi si dimette, Ferruccio Parri viene nominato capo di un governo di coalizione dei partiti del CLN. Pietro Nenni è uno dei due vicepresidenti del Consiglio e ministro per la Costituente. Inoltre Nenni assume anche l’incarico di Alto Commissario per le sanzioni contro il fascismo.
Il Governo Parri nel novembre è costretto alle dimissioni.
Nel dicembre si forma il I Governo De Gasperi. Nenni mantiene gli stessi incarichi.

Nei primi mesi del ’46, dopo ampia discussione, si giunge alla decisione, sostenuta anche da Nenni, di demandare la questione istituzionale non all’Assamblea Costituente ma ad un referendum popolare.
Al referendum vengono abbinate anche le votazioni dell’Assemblea Costituente.
Il referendum popolare segna la vittoria anche se di misura della Repubblica.
L’Avanti! intitola “Grazie a Nenni”.
Il partito socialista ottiene un gran risultato: è il primo partito della sinistra.
Il 18 ottobre Nenni entra a Palazzo Chigi, come ministro degli Esteri, ricoprirà tale carica fino al mese di gennaio del ’47.

Il 27 ottobre Nenni firma con Saragat e Pertini il nuovo patto d’unità d’azione con il Partito comunista italiano, rappresentato da Togliatti Longo e Scoccimarro.
Il 9 gennaio del ’47 si apre a Roma, a Palazzo Barberini, il XXV congresso del Partito socialista che si conclude con la scissione.
Il 18 aprile del 1948 il fronte poolare che unisce socialisti e comunisti esce sconfitto dalle elezioni , che decretano la netta vittoria della DC.
Dal 27 giugno al 1° luglio si tiene a Genova un congresso straordinario, in cui Nenni viene messo in minoranza, a causa della base autonomista.

L’11 marzo del 1949 il governo annuncia l’adesione al Patto Atlantico. In Parlamento e nelle piazze è subito battaglia.
Nello stesso anno Nenni aderisce al movimento internazionale dei “partigiani della pace”, di ispirazione sovietica e ne diviene vicepresidente. Nel mese di maggio, nel congresso a Venezia, viene eletto segretario del partito, carica che occuperà fino al 1963.
Nel 1951 gli viene assegnato il premio Stalin per la pace; qualche anno più tardi, dopo la denuncia dei crimini staliniani di Kruscev al XX Congresso, Nenni devolve la somma alla Croce Rossa e all’ENAOLI.

Tra il ’52 e il 53 è protagonista della battaglia in Parlamento contro la riforma elettorale, denominata “legge truffa” , che assegna un forte premio al partito o alla coalizione di partiti che ottenga il 50,01 % dei voti.
Nel 1955 al XXXI congresso di Torino (31 marzo-3 aprile), il PSI propone una intesa con la DC nel quadro del dialogo con i cattolici. La Dc pone le condizioni che il PSI rompa con il PCI. Nenni in Cina ha colloqui con Ciu-En-Lai e Mao-Tse-Tung.
Nel giugno del 1956 viene pubblicato l’atto di accusa contro i crimini di Stalin, pronunciato da Kruscev al XX congresso dl PCUS. Nenni è profondamente scosso.
Ad agosto incontra Saragat nella località di villeggiatura di Pralognan: è avviato il processo di unificazione socialista.
Il 5 ottobre le segreterie del PSI e del PCI concordano di trasformare il patto d’unità d’azione in patto di consultazione.

Ma pochi giorni dopo si consuma la tragedia ungherese con l’invasione dei carri armati sovietici. Tra socialisti e comunisti è segnata la rottura.
Nel 1957 dal 6 al 10 febbraio si tiene a Venezia il XXXII congresso del PSI. Nenni pronuncia una lucida critica dello stalinismo; quando sottolinea la differenza tra socialisti e comunisti, i delegati gli tributano un’ovazione interminabile: ma, a sorpresa, la corrente autonomista è battuta dall’apparato filocomunista nelle votazioni per il Comitato Centrale.
Dal 15 al 17 gennaio del 1959 si svolge a Napoli il XXXIII congresso del PSI, nel quale la linea autonomista promossa da Nenni prevale sulla sinistra del partito.
Fra il 1959 e il 1960 Nenni viaggia attraverso l’Europa per intrecciare e rinsaldare i rapporti con la sinistra europea.
Nell’aprile del 1960 si forma il governo monocolore DC presieduto da Tambroni, che ottiene la fiducia con i voti del MSI. Si crea subito un clima di tensione anche con scontri tra polizia e manifestanti.
Cade Tambroni e il 4 agosto alla Camera, Nenni annuncia l’astensione socialista nei confronti di Fanfani e del governo delle “convergenze parallele”.
Nel febbraio del 1962 si forma il governo Fanfani, il primo con un programma di centrosinistra concordato con il PSI e appoggiato dell’esterno.
Il 1° luglio Nenni incontra a Roma Kennedy, favorevole al centrosinistra.
A dicembre del 1963, nasce il primo governo organico del centrosinistra con Moro presidente del Consiglio e Pietro Nenni vicepresidente. Sull’accordo di governo con la DC si consuma la rottura con la sinistra del partito socialista.

Nel 1964 nasce il PSIUP; l’anno si presenta drammatico a causa del golpe organizzato dal generale dei Carabinieri De Lorenzo che può condurre il paese a una svolta autoritaria. Dopo varie trattative, si forma un nuovo congresso di centro-sinistra con Moro presidente e Nenni vice-presidente.
Il 28 dicembre, sale al Quirinale Giuseppe Saragat, la cui elezione è stata favorita dal ritiro della candidatura di Pietro Nenni.
Il 19 febbraio del 1965, a New York, nel quadro dell’ “Anno della Cooperazione Internazionale”, organizzata dall’ONU, Nenni parla in rappresentanza del governo italiano nell’ambito di una conferenza internazionale dedicata ai principi dell’enciclica “Pacem in terris” di Giovanni XXIII.
In vista del Congresso del PSI, che si terrà in novembre, sull’Avanti! del 5 settembre 1965, viene pubblicata la “lettera ai compagni”, redatta da Pietro Nenni, che si puo’ considerare il manifesto dell’unificazione socialista.

Il 10 novembre si tiene a Roma il XXXVI Congresso del PSI, centrato sul problema dell’unificazione socialista.
Il 1966 è l’anno dell’unificazione socialista: quasi venti anni dopo la scissione di Palazzo Barberini l’obiettivo dell’Unità socialista, costantemente perseguito da Nenni, diventa realtà.
Il 6 maggio Nenni pronuncia un discorso a Stoccolma, al congresso dell’Internazionale socialista. E’ il primo passo per il rientro nell’Internazionale dopo 17 anni.
Nelle elezioni del 19 e 20 maggio il Partito socialista unificato subisce una sconfitta.
Il 21 agosto le truppe sovietiche invadono la Cecoslovacchia.
Il 29 Nenni pronuncia alla Camera un discorso di condanna dell’invasione. Viene costituito un nuovo governo di centro-sinistra presieduto da Rumor. Nenni assume la carica di ministro degli Esteri. Come ministro degli Esteri si impegna per il riconoscimento della Repubblica popolare cinese da parte dell’Italia.
Condanna duramente il colpo di stato dei colonnelli greci. Compie importanti visite ufficiali in Inghilterra e Jugoslavia.
In giugno è eletto vicepresidente a vita dell’Internazionale socialista.
Il 1969 è anche l’anno del fallimento dell’unità socialista: nel luglio gli ex socialdemocratici escono dal partito.
In seguito alla scissione Nenni dà le dimissioni da presidente del partito e da ministro degli Esteri.
Il 25 novembre del ’70 Nenni viene nominato senatore a vita.

Tra il 1970-71 va in Israele e in Cina. Il 9 febbraio compie ottanta anni. Il 4 marzo pronuncia il suo primo discorso al Senato.
Il 28 febbraio del ’72, Leone scioglie le Camere e indice elezioni anticipate, che si svolgono il 7 maggio.
Il 26 giugno Andreotti forma un governo di centro e il PSI passa all’opposizione. Nenni pronuncia in Senato un discorso di dura critica al ministero. In novembre al Congresso di Genova del PSI, prevale la linea Nenni-De Martino su quella Lombardi-Mancini.
Nel ’73, a luglio si forma un nuovo governo Rumor, che segna il ritorno del centro-sinistra.
Il 10 ottobre Nenni accetta la Presidenza del PSI.
Il 12 maggio la proposta di abrogazione della legge istitutiva del divorzio viene respinta con il 60% dei voti referendari. Nenni si è impegnato in prima persona: memorabile il suo ultimo comizio in Piazza del Popolo a Roma.
Nel 1976 il 13 luglio, si tiene il Comitato Centrale del PSI. I giovani “quarantenni” appoggiati da Nenni, Lombardi e Mancini, esautorano De Martino e nominano segretario del Partito Bettino Craxi.
Nel dicembre, dopo quarant’anni, Nenni ritorna in Spagna, per partecipare al congresso del PSOE. Il congresso gli tributa un ‘interminabile ovazione. Nenni, pur con grande fatica per le condizioni di salute, presiede la seduta di apertura dell’VIII legislatura repubblicana, per evitare che i lavori siano aperti da un senatore del MSI. Siamo nel 1979.

Il primo gennaio del 1980 alle 3,20 del mattino, Nenni si spegne nella sua casa di piazza Adriana.
Il giorno seguente l’Avanti! pubblica il suo ultimo articolo scritto per l’Almanacco socialista, intitolato “Rinnovarsi o perire”.

Fonte: Fondazione Nenni

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